Meta, l’azienda madre di Facebook, dovrà limitare la portata dei suoi annunci personalizzati nell’Unione Europea, secondo una recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. La decisione impone a Meta di ottenere il consenso degli utenti prima di inviare almeno alcuni annunci personalizzati nell’UE. Secondo la sentenza, l’azienda non può giustificare l’elaborazione di un volume così ampio di dati senza il consenso esplicito degli utenti.
La sentenza arriva in seguito a una multa di 390 milioni di euro inflitta a Meta dall’Unione Europea per aver richiesto agli utenti di Facebook, Instagram e WhatsApp di accettare gli annunci personalizzati come condizione per l’utilizzo delle piattaforme. L’UE richiede che il consenso per tali funzionalità sia “liberamente dato” e ha ritenuto che Meta abbia violato il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) chiedendo dati di targeting pubblicitario come requisito base per l’utilizzo dei servizi.
Meta ha dichiarato di essere ancora in fase di valutazione della decisione della Corte di Giustizia e ha reso noto che rilascerà ulteriori commenti in futuro.
La sentenza della Corte di Giustizia solleva delle incertezze sulla pratica di Meta riguardante gli annunci personalizzati. L’azienda potrebbe essere obbligata a richiedere il consenso degli utenti per fornire annunci personalizzati su Facebook e altre piattaforme di sua proprietà. Questo potrebbe portare a un miglioramento della privacy per gli utenti, ma potrebbe anche avere un impatto significativo sul fatturato pubblicitario dell’azienda. Meta aveva già previsto una riduzione dei ricavi pubblicitari a seguito dell’introduzione di iOS 14, che ha dato agli utenti la possibilità di rifiutare il tracciamento pubblicitario nelle app. La nuova sentenza rappresenta un ulteriore colpo che potrebbe influenzare tutti gli utenti nell’UE, indipendentemente dal dispositivo utilizzato.
La decisione della Corte di Giustizia contiene anche un elemento più ampio che riguarda le autorità di regolamentazione della concorrenza. Secondo la sentenza, tali autorità possono prendere in considerazione la conformità alle leggi, come il GDPR, durante le indagini sui casi di abuso di posizione dominante. Ciò significa che un paese potrebbe considerare una violazione delle norme in un settore come prova di un comportamento anticoncorrenziale più ampio da parte dell’azienda.
Resta da vedere come le autorità e le aziende interpreteranno e metteranno in pratica i requisiti stabiliti dalla sentenza della Corte di Giustizia. Nel frattempo, gli utenti dell’UE potrebbero aspettarsi di ricevere richieste di consenso per gli annunci personalizzati da parte di Meta e potrebbero beneficiare di una maggiore tutela della privacy.