Il Dipartimento di Polizia di Detroit ha recentemente siglato un accordo legale con l’Unione Americana per le Libertà Civili (ACLU) che segna un punto di svolta nelle politiche di utilizzo della tecnologia di riconoscimento facciale. Questo accordo fa seguito alla causa legale di Roger Williams, un uomo di colore arrestato erroneamente sulla base di una ricerca di riconoscimento facciale.
Secondo le nuove linee guida stabilite, la polizia non potrà più effettuare arresti basandosi unicamente sui risultati di una ricerca di riconoscimento facciale o su confronti fotografici successivi. È stato imposto che i confronti fotografici devono essere supportati da prove aggiuntive che collegano direttamente il sospettato al crimine in questione.
Inoltre, il Dipartimento si impegna a fornire formazione specifica agli agenti riguardo ai rischi associati all’utilizzo della tecnologia di riconoscimento facciale e a condurre un’audizione retrospettiva di tutti i casi dal 2017 in cui è stato utilizzato questo strumento per ottenere un mandato di arresto.
L’accordo è stato descritto dall’ACLU come il più rigoroso insieme di politiche e pratiche mai imposto a un dipartimento di polizia negli Stati Uniti per limitare l’uso di questa tecnologia considerata pericolosa. È stato evidenziato che le donne e le persone di colore sono particolarmente a rischio di essere erroneamente identificate dalla tecnologia di riconoscimento facciale.
Roger Williams, il cui caso ha catalizzato questo cambiamento, ha trascorso 30 ore in custodia prima che le accuse nei suoi confronti fossero ritirate. Come parte dell’accordo, Williams riceverà un risarcimento di $300.000.
Il Dipartimento di Polizia ha espresso soddisfazione per la collaborazione con l’ACLU e l’Università del Michigan nella definizione di queste nuove politiche, auspicando che possano diventare un modello nazionale per altre agenzie di sicurezza.
Questa mossa di Detroit segue l’esempio di città come San Francisco, che hanno completamente vietato l’uso della tecnologia di riconoscimento facciale da parte delle forze dell’ordine. Anche aziende come Microsoft hanno recentemente adottato politiche restrittive nei confronti del suo utilizzo da parte dei dipartimenti di polizia.
L’accordo non solo mira a proteggere i diritti civili dei cittadini, ma anche a mitigare il potenziale abuso e le implicazioni negative di una tecnologia ancora in fase di sviluppo.