Le tensioni nel settore del cloud computing in Europa stanno raggiungendo nuovi picchi. Microsoft ha accusato Google di condurre una guerra clandestina contro la sua piattaforma Azure per cercare di guadagnare favori presso i politici e le autorità antitrust europee. In un post sul blog pubblicato oggi, Rima Alaily, vice consulente legale di Microsoft, ha anticipato il lancio imminente di un nuovo gruppo di lobby chiamato Open Cloud Coalition, che include Google e diversi fornitori di cloud più piccoli. Alaily ha definito questo gruppo un “gruppo astroturf organizzato da Google”, sostenendo che l’azienda ha “fatto grandi sforzi per oscurare il proprio coinvolgimento, finanziamento e controllo”, presentando fornitori di cloud europei più piccoli come il volto della coalizione.
Le Accuse di Microsoft
Alaily ha affermato che, una volta lanciato, Google si presenterà come un membro di secondo piano anziché come leader della coalizione, lasciando intendere che l’azienda potrebbe aver offerto incentivi finanziari o sconti ai membri più piccoli per unirsi all’iniziativa. La coalizione è guidata da Nicky Stewart, direttore del settore pubblico della società di hosting cloud britannica Civo, e un documento rilasciato da Microsoft indica che DGA Group, una “società di consulenza globale”, è stata coinvolta nella fase di reclutamento.
Stewart ha dichiarato che la coalizione è “trasparente” riguardo ai suoi membri, i cui nomi saranno pubblicati sul sito web dell’iniziativa, anche se questo non è ancora attivo. Tra i membri elencati ci sono Google, Civo, Centerprise International, Gigas, ControlPlane, DTP Group, Prolinx, Pulsant, Clairo e Room 101.
Obiettivi della Coalizione
Stewart ha sottolineato che la coalizione non è contro nessuna azienda specifica, ma è un gruppo pro-mercato focalizzato sulla promozione di principi che possano rafforzare il mercato dei servizi cloud in Europa, con particolare attenzione all’apertura e all’interoperabilità. Ogni azienda che condivide questi valori è invitata a unirsi.
Contesto Normativo e Antitrust
Il contesto di queste accuse risale a un cambiamento di licenza del 2019, in cui Microsoft ha reso più costoso utilizzare il proprio software aziendale su servizi cloud concorrenti. Questo ha portato l’associazione di categoria Cloud Infrastructure Services Providers in Europe (CISPE), che include AWS tra i suoi membri, a presentare una denuncia antitrust contro Microsoft, accusandola di utilizzare la sua posizione di mercato dominante per legare i clienti ad Azure.
Microsoft ha raggiunto un accordo con CISPE a luglio, una mossa pensata per mantenere a bada i regolatori. Questo accordo prevedeva un pagamento di 22 milioni di euro e stipulazioni su come Microsoft dovrà facilitare l’utilizzo del proprio software da parte di alcuni fornitori di cloud sulla loro infrastruttura. Tuttavia, l’accordo ha escluso tutti i principali hyperscalers, tra cui AWS, Alibaba e Google. Successivamente, Google ha presentato una denuncia antitrust separata contro Microsoft, accusandola di pratiche di licensing anti-competitive per costringere le aziende a rimanere sull’infrastruttura Azure, dopo che Google aveva offerto a CISPE 470 milioni di euro per sostenere la sua causa, offerta che è stata rifiutata.
Lobbying e Regolamentazione
Attualmente, Google sta per lanciare una propria versione di CISPE, con lobbying come obiettivo principale per influenzare le autorità politiche in Europa. Questo lancio coincide con l’imminente insediamento di una nuova Commissione Europea e con l’indagine in corso nel Regno Unito sulle pratiche di lock-in dei fornitori di cloud, che si concentra su AWS e Microsoft come leader di mercato. Questa indagine dovrebbe concludersi entro la fine del 2025.
Alaily ha sostenuto che gli sforzi di lobbying di Google sono progettati per “distrarre” dalle indagini normative a cui l’azienda è sottoposta in altri luoghi, compresi gli Stati Uniti, dove è coinvolta in un’azione di separazione storica per presunti monopoli nei mercati di ricerca e pubblicità.
Un portavoce di Google ha confermato la partecipazione dell’azienda alla coalizione, aggiungendo che Google è stata “molto pubblica” sulle proprie questioni relative alle pratiche di licensing di Microsoft.
Conclusione
La guerra del cloud in Europa tra Microsoft e Google si preannuncia come una battaglia significativa, con entrambe le aziende che cercano di rafforzare la propria posizione in un mercato altamente competitivo e sotto la lente d’ingrandimento delle autorità regolatorie. Con lobby e accuse reciproche, il futuro del cloud computing in Europa potrebbe essere influenzato in modo sostanziale dalle dinamiche in corso tra queste due potenze tecnologiche.