Le autorità hanno arrestato Luigi Mangione, un sviluppatore software di 26 anni residente nel Maryland, in relazione all’omicidio del CEO di UnitedHealthcare, Brian Thompson. Mangione è stato fermato lunedì mattina in un McDonald’s ad Altoona, Pennsylvania, con l’accusa di possesso illegale di armi da fuoco, ma non è stato ancora formalmente incriminato per la sparatoria. Tuttavia, secondo la polizia di New York, è ritenuto un “personaggio di interesse” cruciale nelle indagini.
L’omicidio di Thompson, avvenuto pubblicamente davanti a un hotel di Manhattan, ha tenuto impegnate le autorità per quasi una settimana. Nonostante la presenza di alcune immagini di sorveglianza, queste risultavano poco chiare e mostravano il volto del sospettato coperto da una maschera e un cappuccio. La polizia, utilizzando una combinazione di metodi tradizionali e tecnologie moderne, è riuscita a individuare Mangione.
Un impiegato del McDonald’s ha riconosciuto Mangione e avvisato le autorità. Al momento dell’arresto, il sospettato era in possesso di un’arma da fuoco presumibilmente fabbricata con una stampante 3D (nota come “ghost gun”), un silenziatore e quattro documenti di identità falsi. Secondo il capo dei detective della NYPD, Joseph Kenny, uno di questi documenti era stato utilizzato per registrarsi in un ostello a Manhattan il 24 novembre, otto giorni prima dell’omicidio.
Inoltre, fonti riportano che Mangione aveva con sé un presunto “manifesto” in cui criticava il sistema sanitario statunitense, un elemento che potrebbe fornire un possibile movente. Le autorità continuano a esaminare le prove raccolte, incluso il materiale trovato in possesso del sospettato, per determinare il suo coinvolgimento diretto nella sparatoria.
Nonostante l’arresto, le indagini rimangono in corso, e la polizia sta cercando ulteriori prove per rafforzare il caso. La vicenda ha attirato grande attenzione pubblica, sollevando interrogativi sulla sicurezza delle figure di alto profilo e sull’accesso alle armi non tracciabili.