Adobe ha introdotto una nuova funzione per Acrobat, chiamata Acrobat AI Assistant, progettata per semplificare la lettura e la comprensione dei contratti legali. L’idea è quella di analizzare un documento PDF, estrarre i dettagli più importanti e presentarli in un linguaggio accessibile anche a chi non ha conoscenze giuridiche.
Un nuovo abbonamento nel modello di business Adobe
Acrobat AI Assistant non è incluso gratuitamente: si tratta di un add-on da 4,99 euro al mese disponibile sia per la versione gratuita che per quella a pagamento di Acrobat. Considerando la strategia di Adobe, che ha ormai basato tutto il suo business su abbonamenti ricorrenti, è facile immaginare che questa funzione verrà spinta con forza sugli utenti.
Il problema della comprensione dei contratti
Secondo Adobe, il 70% delle persone ammette di firmare contratti senza leggerli completamente, un dato che, se reale, giustifica l’esistenza di uno strumento del genere. Acrobat AI Assistant promette di evidenziare i termini chiave, fornire riferimenti diretti nel documento e persino suggerire domande da porre per capire meglio il testo.
Tuttavia, c’è un problema: i modelli di intelligenza artificiale non garantiscono una sintesi perfetta e accurata. Gli LLM (Large Language Models) non comprendono davvero i testi come farebbe un avvocato; si limitano a prevedere parole e frasi basandosi su enormi quantità di dati. Questo significa che, sebbene il riassunto fornito possa sembrare plausibile, potrebbe tralasciare dettagli importanti o distorcere il significato originale.
E qui sta il rischio: firmare un contratto basandosi su una sintesi generata dall’IA non equivale a comprenderlo veramente. In ambito legale, dichiarare di non aver letto un contratto non è una giustificazione valida per non rispettarlo.
Un aiuto o solo una falsa sicurezza?
Molte grandi aziende riempiono i loro contratti di clausole complicate per limitare la responsabilità e ridurre le possibilità di contenzioso. Un esempio eclatante è il caso di Disney: nel 2023, un uomo ha scoperto di non poter citare in giudizio la compagnia per la morte della moglie in un ristorante di Disney World, perché il contratto d’uso di Disney+ conteneva una clausola che imponeva la risoluzione delle dispute tramite arbitrato privato. Uno strumento come Acrobat AI Assistant potrebbe aiutare a individuare clausole del genere, ma resta il dubbio sulla sua reale efficacia.
Il problema dell’abbonamento forzato
Al di là dell’utilità dello strumento, c’è un altro tema: Adobe ha perso molti consensi a causa della sua politica di abbonamenti vincolanti. Photoshop, ad esempio, è diventato sinonimo di standard industriale nel mondo della grafica, ma molti utenti si sono lamentati dell’impossibilità di acquistarlo con una licenza una tantum. Inoltre, Adobe è stata criticata per l’uso di dark pattern che rendono difficile cancellare un abbonamento senza penali.
Con Acrobat AI Assistant, l’azienda sembra continuare sulla stessa strada: invece di offrire un miglioramento gratuito per gli utenti di Acrobat, ha scelto di monetizzarlo con un ulteriore canone mensile. Questo solleva una domanda: questa funzione è davvero un valore aggiunto o solo un altro tentativo di Adobe di legare gli utenti ai suoi servizi in abbonamento?
Conclusione
Acrobat AI Assistant potrebbe essere uno strumento utile per chi si trova spesso ad affrontare documenti complessi, ma il problema dell’accuratezza delle sintesi rimane. Chiunque pensi di poter fare a meno di leggere un contratto affidandosi a questa IA rischia di cadere in una falsa sicurezza. Inoltre, il fatto che sia un servizio a pagamento lo rende meno accessibile e dimostra ancora una volta la direzione che Adobe sta prendendo con il suo modello di business basato su abbonamenti.